Nel dicembre 1949, durante le celebrazioni del settantesimo anniversario di Stalin, si radunarono a Mosca tutti i dirigenti dei paesi del blocco sovietico e del movimento comunista internazionale.
L'importanza del documento è data dal fatto che questo fu il primo incontro tra Togliatti e Stalin dopo quello avvenuto prima della partenza di Togliatti da Mosca nel marzo 1944. I due leader discussero sia la situazione interna italiana che quella internazionale. Anche se i contenuti del colloquio sono riportati da Togliatti in modo sommario, e nonostante l'andamento altalenante del discorso che passa più volte dalla situazione interna del Pci e dell' Italia a quella internazionale, sono chiari i temi dominanti.
Nel caso italiano, la conversazione verte sulla questione dei rapporti di
forza all'interno del paese e sulle prospettive di una partecipazione comunista
al governo e di un'eventuale presa del potere.
Di fronte all'eterna
alternativa tra un'azione insurrezionale e la crescita graduale del consenso
popolare attraverso metodi legali, è Togliatti a porre la domanda cruciale:
«Si può forzare?», per mostrare la sua disponibilità
di fronte alla costante pressione dell'ala estremista del partito rappresentata
da Secchia; ed è Stalin a indicare, invece, l'obiettivo di un «governo
borghese con partecipazione comunista» come «primo passo», e
aggiunge: «Un vero governo democratico si può avere solo con azione
extraparlamentare - oggi non realizzabile ».
Entrambi sono concordi nella strategia di puntare sulla parola d'ordine di
un ««governo di unità nazionale», cioè di tornare alla situazione esistente prima
dell'estromissione delle sinistre dal governo nel 1947.
Secondo Stalin, la
forza politica più pericolosa per i comunisti è la Chiesa cattolica, e per
colpire questo temibile «avversario» suggerisce di «non attaccare» direttamente
la religione, ma le sue organizzazioni.
Il tono ottimista
dell'incontro si spiega con il cambiamento della «correlazione delle forze» a
favore del blocco sovietico, avvenuto proprio nei mesi precedenti con l'
acquisizione della bomba atomica da parte dell'Urss e la vitto ria comunista in Cina.
Il secondo documento rappresenta una parte del telegramma del ministro
degli Esteri sovietico Andrei Vyshinsky all'ambasciatore sovietico
in Italia Mikhail Kostylev che contiene la lettera del
Politburo a Togliatti del 21 giugno 1952. Il Politburo, in seguito alla
richiesta di Nenni di essere ricevuto da Stalin, chiede a Togliatti di
chiarire le vere intenzioni del leader socialista. Da tempo Togliatti,
con grande abilità, 'curava'i rapporti tra Mosca e il Psi: forniva
dettagliate informazioni sulla situazione all'interno del Partito
socialista, suggerendo come rafforzare la posizione di Nenni nella Direzione
e consigliando come meglio sfruttare la nota 'vanità' del leader
socialista.
La decisione sovietica nel 1952 di
insignire Nenni del premio Stalin fu discussa con Togliatti, ricevendo
la sua piena approvazione.
Ogni autonoma mossa del leader socialista non concordata con Togliatti
diventava nota a Mosca, provocando immediatamente sospetti. Così fu
quando Nenni, nel marzo 1952, incontrò De Gasperi senza informare Togliatti sul
contenuto dell'incontro. La successiva richiesta di Nenni di
essere ricevuto da Stalin a Mosca dopo la cerimonia del conferimento del
premio diede luogo alla decisione del Politburo di mandare, attraverso
l'ambasciatore Kostylev, questa lettera a Togliatti
per ricevere da lui chiarimenti su scopi e contenuti dell'
incontro
di Nenni con De Gasperi. Mosca indicò a Togliatti che qualsiasi apertura del Psi
verso il governo sarebbe stata accettata da Mosca soltanto «a condizione che
le basi americane sul territorio italiano vengano liquidate
». Il Politburo chiedeva a Togliatti di assicurare che Nenni
avrebbe condiviso questa impostazione e non l'avrebbe rinnegata
nel corso delle trattative con De Gasperi. Solo dopo le rassicurazioni di
Togliatti a Nenni venne concesso l'incontro con Stalin. Nenni
fu così l'ultimo politico occidentale ad incontrare il dittatore
sovietico al Cremlino e ad avere con lui un lungo colloquio.
Il
resoconto stenografico del colloquio non è stato ancora
rinvenuto negli archivi di Mosca, ma Nenni
nei suoi
Diari ne ricostruì
il contenuto. La visita del luglio si svolse in un'atmosfera di grande
cordialità e di unità di vedute. «Un segno tangibile dell'apprezzamento di
Stalin fu la decisione del Politburo del 29 luglio 1952 di concedere al Psi
nuovi finanziamenti in aggiunta a quelli già stanziati per il 1952
».
La lettera dal vertice sovietico a Togliatti
getta luce sul rapporto tra Stalin, Togliatti e Nenni, confermando, tra l'
altro, la diffidenza che la leadership del Cremlino continuava a
nutrire verso il leader del Psi, malgrado tante dimostrazioni della
sua affidabilità nel mantenere l'unità d'azione con il
Pci e nel seguire la linea della politica estera staliniana.
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LA RIVISTA «Ventunesimo secolo», documenti inediti
Il documento che pubblichiamo
è contenuto nell'ultimo numero di 'Ventunesimo secolo', rivista diretta da Gaetano Quagliariello e Victor Zaslavsky e in libreria in questi giorni. La rivista, che esce dal 2002 e oggi è pubblicata da Rubbettino, è nata intorno al Centro studi sulle transizioni dell'università Luiss 'Guido Carli'per poi diventare parte integrante di una rete scientifica che include altre istituzioni di ricerca italiane ed estere. La rivista pubblica tre fascicoli all'anno. In questi anni ha pubblicato numerosi documenti inediti provenienti da archivi italiani ed esteri, e in particolar modo da quelli dell'Unione Sovietica, che diventando via via accessibili agli storici stanno modificando sensibilmente la comprensione delle vicende del secolo scorso. Il numero in edicola, curato da Maria Elena Cavallaro, è dedicato allo studio dei trattati istitutivi delle Comunità europee, in occasione del Cinquantennale della loro firma a Roma nel 1957.Vi sono pubblicati interventi di Alessandro Marucci, Silvio Fagiolo, Lucia Bonfreschi, Christine Vodovar e Ilaria Poggiolini.